I giovani e le mode alimentari

“L’educazione alimentare segue delle regole che vengono apprese sin dall’infanzia nell’ambito famigliare. Nutrirsi non è solo un’esigenza biologica, ma rappresenta anche un modo per comunicare la propria educazione, il proprio stato sociale. Possiamo considerare l’alimentazione come un aspetto della personalità, condizionata dal contesto ambientale in cui è inserita. In relazione a quest’ultimo concetto, possiamo comprendere quanto grande sia la capacità del corpo umano nell’ adattarsi a cibi diversi, a patto però, che tali adattamenti avvengano lentamente. Nella società moderna, al contrario, la pubblicità, il benessere economico, la diffusione degli esercizi commerciali, lo stravolgimento dell’architettura famigliare, hanno determinato nell’ultimo ventennio profondi e repentini cambiamenti, così da stravolgere anche le regole di una sana educazione alimentare. Tale disorientamento ha concesso spazio ad una crescente diffusione delle cosiddette “mode alimentari”, il cui fine, in ottemperanza alle logiche del profitto, è quello di far rapidamente conoscere e utilizzare alimenti diversi da quelli tradizionali. Alimenti, che il più delle volte, beneficiando le sole tasche dei produttori, hanno come consumatori i giovani, i primi a rimanerne vittima, facilmente influenzati da pubblicità fuorvianti, poco informative e molto persuasive. Indignati, e per alcuni versi increduli, assistiamo ad una vera e propria opera di diseducazione alimentare, perpetrata non solo dai mass media (televisioni, giornali, cinema, radio), ma anche da parte delle principali istituzioni formative, quali le scuole (vendita di merendine, bevande gasate, patatine fritte, snack, contenenti grandi quantità di grassi e zuccheri), che in ragione della loro acquisita autonomia, non hanno avuto scrupoli nell’alimentare l’opera diseducativa, dando priorità assoluta alla salute dei propri bilanci, rispetto a quella dei propri studenti! Infatti, le più recenti statistiche, oltre a registrare un’aumentata percentuale di obesità tra i giovani (superiore al 20%), hanno rilevato, in molti di essi, un tasso di colesterolo superiore ai limiti, il che significa che in età adulta avranno maggiori probabilità di contrarre una serie di malattie anche gravi. Una corretta educazione alimentare, al contrario, combatte in anticipo diffuse e pericolose malattie come obesità, diabete, ipertensione, arteriosclerosi, osteoporosi, allergie e tumori. Infatti, la salute dell’adulto dipende in larga parte dall’alimentazione seguita durante il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza. Teniamo in futuro ben presenti questi concetti, che rappresentano gli strumenti essenziali per difenderci dal continuo dilagare di un fenomeno, che come ogni subcultura, agisce in maniera subdola, costringendoci a fare l’abitudine a tutto, anche alle degenerazioni più estreme.